Analisi pagina Linkedin: cosa sapere

Chi lavora in ambito B2B, ma anche molte aziende del B2C, non possono e non devono rinunciare a una presenza professionale su Linkedin con una pagina Linkedin aziendale. Si tratta del social media adatto a raccontare l’azienda, il prodotto e servizio, le esperienze professionali e le competenze.

Per questo sono tanti i clienti che si rivolgono a Comunicare Social Media per ottimizzare la pagina Linkedin aziendale e far sì che abbia un grande coinvolgimento. Vediamo allora come valutare la pagina Linkedin aziendale e quali elementi analizzare per identificare i punti di forza o i fattori da migliorare.

Il metodo del foglio di controllo

Per analizzare la pagina Linkedin aziendale si può usare un semplice foglio di calcolo: potrai scoprire da un semplice audit cosa funziona e cosa no e analizzare il rendimento della pagina nel tempo. Tra le metriche da inserire nelle diverse colonne ci sono:

  • URL della pagina aziendale
  • Data del periodo di controllo
  • Numero di follower
  • Tipo di post
  • Impressioni / Reach
  • Clic
  • N. di “Mi Piace”
  • Commenti

L’importanza di tracciare i dati dei follower

Per valutare l’andamento della pagina Linkedin si possono usare gli Insights e gli Analytics offerti dal social media, a partire dal numero di follower e di persone che hanno visualizzato un determinato post e contenuto. Oltre a questo è importante controllare i dati demografici dei follower per capire se si sta attirando l’attenzione del corretto pubblico. Tutte queste informazioni vanno aggiunte al foglio di lavoro.

L’analisi dell’engagement

Ancora più importante del numero di fan e follower è il coinvolgimento degli utenti in termini di impressioni, click, Mi Piace e commenti sulla pagina per un determinato periodo di tempo. Anche in questo caso si possono aggiungere i dati al foglio di controllo per monitorare i dati nel tempo e capire il formato di post che risulta più interessante per un determinato pubblico. Si tratta di informazioni utili per capire quale tipo di post condividere più spesso.

Analizzare la pagina Linkedin con costanza è l’unico modo per costruire una presenza efficace su questo social media e con l’aiuto di Comunicare Social Media costruire la tua brand reputation e far conoscere prodotti e servizi sarà sicuramente più semplice. Contattami per saperne di più!

Podcast marketing: come conquistare nuovi clienti

Se pensi all’Inbound marketing per trovare nuovi clienti per la tua azienda ti immagini subito l’apertura di un blog, la gestione dei canali social e l’ottimizzazione SEO dei contenuti oppure un percorso di visual storytelling? Si tratta sicuramente di tecniche efficaci, ma oggi voglio farti riflettere su uno strumento ancora poco utilizzato: il podcast marketing.

Oggi lo scenario competitivo è sempre più affollato e trovare nuovi clienti significa avere a disposizione nuovi strumenti: a volte a catturare l’attenzione del potenziale cliente può essere il video marketing, altre il podcast. Ma come fare? Ecco alcuni consigli utili!

 Creare contenuti audio per la propria Content Strategy

La podcast strategy o Content Strategy che comprende il podcast può essere davvero utile ed efficace a patto di creare un file audio contestualizzato e divulgativo, che abbia lo scopo di fare branding, creare una relazione con il contatto e fidelizzarlo. Una ricerca diffusa da The Infinite Dial mostra come già nel 2018 un terzo degli americani tra i 25 e i 54 anni ascolta mensilmente i podcast, con un incremento del 40% rispetto al 2017.

Come fare per inserire il podcast nella Content Strategy? Le fasi sono:

  • Creazione e pubblicazione del podcast su Spreaker o iTunes;
  • Divulgazione del podcast, tramite l’ottimizzazione di titolo e descrizione, inserimento di link di approfondimento e studio dei visual;
  • Inserimento dei dati di riferimento come sito web o email.

Per promuovere il tuo podcast puoi embeddarlo nella pagina web con un player o sul tuo blog aziendale, ma anche avviare una strategia pubblicitaria sui social media come Facebook e i Facebook Ads, Twitter e Instagram.

Si possono trovare clienti con il podcast?

Come per tutte le attività online, anche in questo caso la risposta più corretta è dipende dato che generare lead con il podcast non è la stessa cosa che acquisire contatti con la pubblicità tradizionale o digitale.

Il podcast parte dalla parte alta del funnel di content marketing, dalla fase in cui devi dimostrare di essere la persona migliore per svolgere un determinato lavoro o che il tuo prodotto e servizio ha le caratteristiche per risolvere il problema o rispondere alle esigenze del tuo cliente.

Lavorare con i file audio ti permette di fare brand awareness, generare interesse e posizionare il brand nella mente del potenziale cliente e, se riesci a raggiungere questi obiettivi, si può dire che per te funziona.

E tu usi già questo strumento nella tua attività di digital marketing? Con quali risultati? Raccontami la tua esperienza!

 

Pillola di web marketing: i consigli di Twitter per il post perfetto

Arrivano direttamente da Joe Wadlington, Global Creative Lead di Twitter i consigli per realizzare il post perfetto all’interno del programma “Good Copy, Bad Copy”, che vuole aiutare gli utenti a realizzare Tweet dal maggior impatto ed efficacia. Il programma comprende anche due video che permettono a tutti di migliorare la loro attività su Twitter. Vediamo qui alcuni consigli.

Come ottimizzare il tweet

  1. Usare gli hashtag pertinenti: è sconsigliabile per i brand usare gli hashtag di tendenza se non sono pertinenti con l’attività del brand e creano confusione nell’utente. Il consiglio in più è usare le lettere maiuscole nell’hashtag per aumentare l’impatto visivo.
  2. Ridurre il numero degli hashtag: troppi hashtag aumentano la complessità del tweet e diminuiscono le probabilità che il link venga cliccato. Il consiglio è scrivere al massimo due hashtag per post per massimizzare la portata del post. Evitiamo, quindi, di inserire troppi hashtag per non offrire distrazioni agli utenti.
  3. Attivare le website cards: il tweet più efficace è quello in cui sono attivate le website card, che mostrano l’immagine di preview del post e offrono all’utente maggiore spazio su cui cliccare o muoversi. Senza le cards l’unica possibilità è aggiungere il link all’URL e Twitter creerà un’anteprima in automatico, non personalizzabile.

Come vedi si tratta di consigli semplici, ma immediatamente efficaci nel migliorare l’impatto e le prestazioni del post, generando più traffico e portando visite e nuovi clienti.

Come creare una campagna di Native Advertising di successo

Nel 2024 le tradizionali strategie di web marketing non funzionano più ed è importante fare native advertising, uno degli elementi fondamentali di ogni strategia di content marketing. A differenza della pubblicità tradizionale, con il native advertising l’utente non viene interrotto durante la navigazione.

Oggi il display advertisig ha CTR medi dello 0,11%, anche perché l’attenzione dell’utente si attesta ad appena 8,2 secondi. A questo si aggiunge un costo elevato, che porta le aziende moderne a preferire il native advertising.

In questo contesto la comunicazione pubblicitaria diventa essa stessa contenuto, con un valore informativo o di intrattenimento che prende dal contenuto stesso. La differenza con la pubblicità tradizionale è, però, che non viene riconosciuta come interruption advertising e ha quindi tassi di coinvolgimento più elevati.

Perché usare il Native Advertising in azienda

Il Native Advertising è una tecnica che permette di ottenere diversi vantaggi:

  • permette di parlare al pubblico di riferimento con un messaggio rilevante, utile e interessante;
  • coinvolge il consumatore e il potenziale acquirente;
  • permette di generare passaparola, buzz e condivisioni intorno al prodotto.

Diverse sono anche le tipologie di native advertising, ovvero la pubblicazione di contenuti sponsorizzati e co-generati tra brand e redazione sui siti di grandi editori, network di influencer e siti verticali. Vediamo quali sono.

  1. In-feed: sono gli annunci pubblicitari che si inseriscono nei feed delle piattaforme, ad esempio gli articoli sponsorizzati in un sito editoriale;
  1. Paid search: sono gli annunci a pagamento sui motori di ricerca e che, fino a poco tempo fa, avevano lo stesso aspetto dei contenuti organici;
  1. widget con post raccomandati: sono quelli che trovi alla fine dell’articolo sul sito editoriale e che si inseriscono nel flusso di navigazione della pagina;
  1. promoted listing: il contenuto da sponsorizzare si inserisce in una lista, ad esempio nei siti di e-commerce o sui marketplace;
  1. pubblicità in-ad: i contenuti sono inseriti in un formato pubblicitario standard, simile al banner ma più contestualizzato;
  1. pubblicità custom: è il native advertising più conosciuto, di cui fanno parte i post sponsorizzati.

Come creare una campagna di native advertising?

Oggi fare native advertising è una grande opportunità per le aziende, che possono usare le piattaforme mediatiche per offrire al pubblico contenuti di valore. In particolare l’obiettivo di questa tecnica è creare conversioni, ossia far comprare il prodotto o servizio e spingere all’azione e il CTR non è l’unica metrica da misurare.

Tra i parametri per valutare l’efficacia di una campagna di Native Advertising ricordiamo infatti le condivisioni, i commenti e le interazioni che creano un effetto WOM (word of mounth) che facilita la diffusione del messaggio pubblicitario.

Gli elementi della pubblicità nativa

  1. Il tipo di messaggio

Il contenuto può essere informativo o emozionale, con il primo che è più adatto se l’utente è vicino alla decisione di acquisto e il secondo che è indicato per l’attività di brand awareness.

  1. Il tipo di device

A differenza di altre pubblicità, il Native Advertising si adatta meglio ai dispositivi mobili, dato che qui l’attenzione del consumatore è più efficace sui contenuti.

  1. La posizione

Online è difficile per l’utente evitare una inserzione pubblicitaria fatta con la tecnica del Native Advertising, a differenza dei banner che sono posizionati in un determinato punto del sito.

  1. La piattaforma

Per fare una campagna di Native Advertising di successo è necessario usare una piattaforma di distribuzione efficace, che permetta di rinforzare il contenuto.

Concludo ricordandovi che il native advertising non riguarda solo la pubblicazione dei contenuti sui magazine online, ma anche la creazione di pubblicità per i social media e i video.

Si tratta di una tecnica in costante crescita e che entro il 2020 conquisterà il 52% del mercato della pubblicità display in Europa, una tecnica da non trascurare e che deve far parte a pieno titolo del marketing mix digitale

 

Ricerca organica: perché è importante?

Chi si occupa di SEO lavora alla cosiddetta ricerca organica. Con questo termine si intendono tutti i risultati che appaiono sulla SERP del motore di ricerca per query che non sono a pagamento. Si tratta di pagine web che il motore di ricerca mostra perché pertinenti con il search intent dell’utente.

Il termine organica deriva proprio dall’inglese organic, naturale, in contrapposizione alla ricerca paid che comprende gli annunci sponsorizzati su Google e non solo. In questo caso nella ricerca organica appaiono contenuti che non sono influenzati dai pagamenti degli inserzionisti.

Il valore della ricerca organica

La ricerca organica è fondamentale per ogni sito dato che rappresenta la fonte primaria di visite e genera traffico organico. Si tratta di visite e click di utenti che arrivano dal motore di ricerca e che sono gratuiti a differenza di quelli generati dalle campagne di PPC e dai social media.

Il traffico organico è molto diverso dal traffico a pagamento e genera visite di chi sta cercando davvero un prodotto e servizio. Tuttavia, per ottenere il massimo è importante lavorare allo snippet di anteprima e a title e description, creando contenuti che spingano a interagire con la pagina web.

Compito dello specialista SEO è generare questo traffico per fare in modo che gli utenti trovino sulle pagine quello che si aspettano, anziché rivolgersi ai competitor. Appare, quindi, evidente come la ricerca organica offra risultati molto diversi dalla paid search, ovvero la ricerca a pagamento.

In questo caso i risultati sponsorizzati sono posizionati in alto o in basso sulla pagina e contengono testi promozionali e pubblicitari diversi dai contenuti informativi proposti dalla ricerca organica.

In conclusione, chiunque abbia un sito web e voglia generare traffico, visite e flusso costante di clienti e vendite deve puntare sulla ricerca organica e sulla SEO per distinguersi dalla concorrenza e rimanere competitivo.