Si parla spesso di influencer marketing, un fenomeno la cui crescita è stabile anche sul mercato italiano, anche se non supportata da dati concreti e a questa mancanza ha voluto porre rimedio l’ONIM, ovvero l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, che mette la sua esperienza a vantaggio di chi fa marketing online. Vediamo, ad esempio, cosa emerge dal report 2019 sullo stato dell’arte dell’Influencer Marketing in Italia.
Lo studio sull’influencer marketing in Italia nel 2019
L’indagine ha coinvolto oltre 400 intervistati e il mercato anche se si conferma attivo, non ha ancora raggiunto la piena maturità dato che il 67% dei professionisti coinvolti dichiara di aver seguito solo da 1 a 3 progetti di influencer marketing nel 2018 e solo il 67,5% ha in programma di dedicare budget a questa attività in futuro.
La principale sfida è l’identificazione e la selezione degli influencer, ma soprattutto la misurazione dei risultati, che necessitano di competenza e strumenti adeguati.
Il principale freno all’uso dell’influencer marketing è nel 35,7% dei casi il budget limitato e nel 19,2% l’assenza di un team di professionisti dedicato, mentre gli obiettivi principali sono i seguenti:
- Brand awareness (19,5%)
- Brand reputation (18,3%)
- Relazioni con gli utenti (10,7%)
- Incentivo all’acquisto (7,3%)
Attività e piattaforme di influencer marketing
Tra le attività più strettamente correlate all’uso dell’influencer marketing troviamo il product placement (21,6%), la promozione di un contenuto (19,6%) e il lancio di un prodotto (19,1%) o di un evento (16,2%).
Volendo analizzare, invece, i canali principali dell’attività di Influencer Marketing troviamo Instagram per l’83% delle aziende seguito da Facebook con il 37% dei progetti, senza dimenticare YouTube anche se i costi di produzione lo rendono proibitivo per le PMI.
Solo il 33,5% degli intervistati utilizza però tool e strumenti dedicati e il 18,4% fa analisi di social e web listening, ma soprattutto sono premiati i social network e i motori di ricerca.
Tra le categorie più utilizzate abbiamo i micro-influencer, coinvolti nel 59,7% dei progetti ovvero le figure con meno di 30mila follower, mentre solo il 9,7% coinvolge i grandi influencer sopra i 100mila follower. Per la selezione degli influencer sono considerati nel 60% la qualità dei contenuti, nel 49% dei casi la reputazione e nel 47% l’engagement sui social
Tra i parametri principali monitorati dalle aziende abbiamo engagement e audience raggiunta, dato che monitorare KPI come menzioni e sentiment richiede l’utilizzo di tool pro.
Una curiosità: il guadagno degli influencer
Concludiamo l’analisi dello stato dell’Influencer marketing con una curiosità: la retribuzione degli influencer il cui guadagno si aggira tra i 300€ e i 600€, anche se nel caso di Instagram e YouTube la collaborazione può superare i 2.000€.
Ecco quindi come, se diventare influencer sui social media è il sogno di tanti giovani, è bene ricordare che in Italia la professione non è ancora completamente matura e la concorrenza è davvero agguerrita. I marketer danno quindi valore ai concept più creativi, studiano come valutare i KPI principali con esattezza e si fanno guidare sempre più da dati concreti, in un’ottica di data driven.
Infine, si tratta di saper guardare anche oltre ai tradizionali social media come Instagram e YouTube, includendo anche piattaforme come TikTok, se sono attinenti al pubblico di riferimento che si vuole raggiungere.
Il report completo è scaricabile sul sito ONIM.
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